martedì 3 giugno 2008

VERSO LO SVILUPPO SOSTENIBILE


Nelle società moderne emerge il contrasto tra l’interesse della popolazione e degli ecologisti ad un ambiente pulito e gli interessi degli industriali alla produzione. Lo stato quale primo responsabile delle politiche ambientali dovrebbe mettere in atto misure che consentano uno sviluppo economico industriale ed energetico salvaguardando la salute dei cittadini.

L’articolo 32 della costituzione recita: “La repubblica tutela la salute come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti”. L’ articolo viene spesso disatteso dalle politiche energetiche, industriali e di smaltimento dei rifiuti.

Gli industriali dovrebbero adottate tutte le precauzioni atte a ridurre il forte impatto ambientale. La scelta di far sorgere le fabbriche ai margini di un fiume non è di fatto casuale ma è spesso dettata dal fatto che il fiume costituisce una facile via per lo smaltimento di sostanze chimiche pericolose.

Le istituzioni dovrebbero promuovere tecnologie pulite per la produzione di energia!

Spesso si parla di nucleare ignorando il fatto che il procedimento di fissione produce materiali residui ad elevata radioattività e che non esistono tecniche per lo smaltimento delle scorie.

Non bisogna inoltre sottovalutare che negli ultimi anni a partire dal disastro di Cernobyl avvenuto a seguito dell’esplosione del reattore nucleare in Ucraina nel 1986 si sono verificati 170 incidenti nucleari.

Di fatto la produzione di energia nucleare soddisfa per quanto diffusa contribuisce solo al 7% del fabbisogno mondiale di energia.

Non è esatto dire che il bilancio energetico del nucleare sia in effetti totalmente positivo nella produzione di energia, perché il processo completo, dall'estrazione del combustibile sino alla fissione, può consumare più energia di quella prodotta. La centrale elettronucleare in questo caso produce complessivamente meno energia rispetto all'energia consumata per permettere le attività di estrazione mineraria, la purificazione chimica e l'arricchimento isotopico.

L’alternativa si potrebbe concretare con lo sviluppo dell’eolico e del fotovoltaico. D’atra parte moderni impianti fotovoltaici consentono di ottenere molta più energia ed a prezzi vantaggiosi.

Si tratta di un tipo di fotovoltaico “concentrato” che utilizza dispositivi ottici robotizzati combinati con chip, dotato di una capacità di convogliamento della luce 1600 volte più efficiente dei sistemi tradizionali.

Risulta assai curioso come nei paesi scandinavi, dove il clima tende a remare contro, il fotovoltaico contribuisca a soddisfare il 14% del proprio fabbisogno mentre in Italia è una tecnologia poco utilizzata specialmente al sud.

Le politiche di smaltimento dei rifiuti tendono negli ultimi tempi in Italia a voler privilegiare gli inceneritori senza attuare una oculata politica di raccolta differenziata (in Sicilia non arriva al 5%).

Il problema delle emissioni non è da sottovalutare in quanto i fumi prodotti mettono a serio rischio la salute delle popolazioni limitrofe.

Studi epidemiologici basati su campioni di popolazione esposta molto vasti, evidenziano una correlazione tra patologie tumorali (sarcoma) e l’esposizione a diossine derivati da inceneritori e attività industriali. Un’analisi accurata evidenzia inequivocabilmente aumenti significativi di patologie tumorali nei residenti della zona da almeno 5 anni!

Uno studio effettuato in Giappone ha dimostrato una correlazione tra una serie di disturbi dei bambini e gli inceneritori!
Si sono inoltre rilevati aggregati di aumento di mortalità per linfoma di Hodgkin, tumore polmonare, sarcomi ai tessuti molli, tumori pediatrici e malformazioni neonatali.

Alcuni paesi europei come la Germania stanno attuando tecniche di smaltimento dei rifiuti sostenibili e gli inceneritori saranno destinati ad un processo di dismissione.

Uno sviluppo sostenibile si concretizza dunque nell’applicazione della raccolta differenziata porta a porta e nel trattamento meccanico biologico (TMB) con il vantaggio di ridurre drasticamente l’impatto ambientale e di creare manodopera e ricchezza.


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