Ad oggi i 4 inceneritori siciliani non si possono fare! E’ stata decretata dalla Camera e poi dal Senato la decisione dei non finanziare i 4 Termodistruttori per la Sicilia caldeggiati fortemente dal Governo regionale Siciliano.
Il primo diniego proviene dalla Corte di Giustizia della Comunità Europea e poi dal Governo Nazionale che ritiene illegittima la gara d’appalto per la costruzione dei 4 inceneritori in Sicilia.
La sentenza della corte che a prescindere della fondatezza nel merito è per cosi dire inappellabile e la sua inosservanza potrebbe esporre lo Stato ad una successiva condanna da parte della Corte di Giustizia per violazione dell’articolo 228 del Trattato Europeo.
Ciò determinerebbe danni considerevoli sia dal punto di vista sanzionatorio che dal punto di vista dell’immagine del nostro paese che negli ultimi tempi è stato abbastanza beffeggiato in sede internazionale.
Le convenzioni per l’utilizzo della frazione residua dei rifiuti solidi urbani, al netto della raccolta differenziata, prodotta nei comuni della ragione Sicilia sono state stipulate senza applicare le procedure previste dalla Direttiva del Consiglio 18 giugno 1992, 92/50 CEE ed in particolare senza la pubblicazione di una apposito bando di gara della gazzetta ufficiale delle comunità europee (procedure controverse).
La repubblica italiana è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza della predetta Direttiva e in particolare, nei suoi artt. 11, 15 e 17.
Il secondo diniego proviene dal Decreto approvato in parlamento che relativo all’applicazione dell’emendamento per l’utilizzo del Cip6 per la costruzione dell’inceneritore di Acerra ma non per quelli Siciliani mettendo fine alla lobby sugli inceneritori.
Infatti Sfruttando il drammatico problema dei rifiuti campani si voleva introdurre una deroga concretantesi nella possibilità dell’utilizzo dei Contributi Cip6 per gli impianti autorizzati.
In precedenza infatti la Commissione Europea aveva avviato una procedura di infrazione contro l’Italia per gli incentivi dati dal Governo italiano per produrre energia bruciando rifiuti inorganici considerandoli “fonte Rinnovabile” in violazione della direttiva 2001/77.
Per il momento i 4 inceneritori Siciliani non si possono fare; vedremo cosa si dovrà inventare il prossimo governo dopo le elezioni. In Italia gli inceneritori li vogliono fare a tutti i costi perché creano molta ricchezza a vantaggio di pochi ma a danno di tanti altri!
E alquanto immorale arricchirsi a danno della salute dei cittadini; ricordiamo che gli inceneritori producono diossina e nanopolveri.
Studi epidemiologici basati su campioni di popolazione esposta molto vasti, evidenziano una correlazione tra patologie tumorali (sarcoma) e l’esposizione a diossine derivati da inceneritori e attività industriali. Un’analisi accurata evidenzia inequivocabilmente aumenti significativi di patologie tumorali nei residenti della zona da almeno 5 anni!Uno studio effettuato in Giappone ha dimostrato una correlazione tra una serie di disturbi dei bambini e gli inceneritori!
Si sono inoltre rilevati aggregati di aumento di mortalità per linfoma di Hodgkin, tumore polmonare, sarcomi ai tessuti molli, tumori pediatrici e malformazioni neonatali.
Il primo diniego proviene dalla Corte di Giustizia della Comunità Europea e poi dal Governo Nazionale che ritiene illegittima la gara d’appalto per la costruzione dei 4 inceneritori in Sicilia.
La sentenza della corte che a prescindere della fondatezza nel merito è per cosi dire inappellabile e la sua inosservanza potrebbe esporre lo Stato ad una successiva condanna da parte della Corte di Giustizia per violazione dell’articolo 228 del Trattato Europeo.
Ciò determinerebbe danni considerevoli sia dal punto di vista sanzionatorio che dal punto di vista dell’immagine del nostro paese che negli ultimi tempi è stato abbastanza beffeggiato in sede internazionale.
Le convenzioni per l’utilizzo della frazione residua dei rifiuti solidi urbani, al netto della raccolta differenziata, prodotta nei comuni della ragione Sicilia sono state stipulate senza applicare le procedure previste dalla Direttiva del Consiglio 18 giugno 1992, 92/50 CEE ed in particolare senza la pubblicazione di una apposito bando di gara della gazzetta ufficiale delle comunità europee (procedure controverse).
La repubblica italiana è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza della predetta Direttiva e in particolare, nei suoi artt. 11, 15 e 17.
Il secondo diniego proviene dal Decreto approvato in parlamento che relativo all’applicazione dell’emendamento per l’utilizzo del Cip6 per la costruzione dell’inceneritore di Acerra ma non per quelli Siciliani mettendo fine alla lobby sugli inceneritori.
Infatti Sfruttando il drammatico problema dei rifiuti campani si voleva introdurre una deroga concretantesi nella possibilità dell’utilizzo dei Contributi Cip6 per gli impianti autorizzati.
In precedenza infatti la Commissione Europea aveva avviato una procedura di infrazione contro l’Italia per gli incentivi dati dal Governo italiano per produrre energia bruciando rifiuti inorganici considerandoli “fonte Rinnovabile” in violazione della direttiva 2001/77.
Per il momento i 4 inceneritori Siciliani non si possono fare; vedremo cosa si dovrà inventare il prossimo governo dopo le elezioni. In Italia gli inceneritori li vogliono fare a tutti i costi perché creano molta ricchezza a vantaggio di pochi ma a danno di tanti altri!
E alquanto immorale arricchirsi a danno della salute dei cittadini; ricordiamo che gli inceneritori producono diossina e nanopolveri.
Studi epidemiologici basati su campioni di popolazione esposta molto vasti, evidenziano una correlazione tra patologie tumorali (sarcoma) e l’esposizione a diossine derivati da inceneritori e attività industriali. Un’analisi accurata evidenzia inequivocabilmente aumenti significativi di patologie tumorali nei residenti della zona da almeno 5 anni!Uno studio effettuato in Giappone ha dimostrato una correlazione tra una serie di disturbi dei bambini e gli inceneritori!
Si sono inoltre rilevati aggregati di aumento di mortalità per linfoma di Hodgkin, tumore polmonare, sarcomi ai tessuti molli, tumori pediatrici e malformazioni neonatali.