lunedì 9 giugno 2008

CENTRALE NUCLEARE DI KRSKO (SLOVENIA)


La Fuoriuscita di liquido dall'impianto di raffreddamento della centrale nucleare a Krsko (130 km da Trieste) non desta preoccupazione per le amministrazioni locali ma desta preoccupazione per l’Unione Europea. Dicono che a quanto sembra non ci dovrebbero essere conseguenze radioattive, ma: “a quanto sembra”. Che vuol dire “a quanto sembra”? Gli stati interessati tendono a minimizzare! Nessuno dice che l’impianto presenta non pochi problemi a partire dalle “incrinature dei generatori” di vapore che determinano perdite (con fuoriuscita di radionuclidi che vengono dispersi nell’atmosfera); questo problema è d’altronde noto presentandosi in tutte le centrali che utilizzano il reattore Westinghouse. In otre la centrale nel 1993 è stata messa al vaglio da una commissione di sicurezza che ha espresso 74 raccomandazioni sui cambiamenti tecnici e procedurali necessari per adeguare l’impianto alle più severe normative dell’UE.

La commissione europea avrebbe nominato intanto degli esperti atti a controllare se effettivamente la perdita d’acqua abbia o meno causato la perdita di sostanze radioattive nell’ambiente! Giovedi' intanto sono attesi in Slovenia gli esperti italiani, tecnici e ingegneri, che effettueranno un sopralluogo alla centrale nucleare.

domenica 8 giugno 2008

La peste è intorno a noi

6 Giugno 2008

(scritto da Beppe Grillo)

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Napoli è solo la punta dell’iceberg. L’Italia è una penisola attraversata da montagne di spazzatura, ingentilita da pianure di rifiuti tossici, percorsa da fiumi di liquidi nocivi e circondata da un mare di merda.
Napoli è ovunque. Discariche abusive, puzze insopportabili, carogne a cielo aperto, veleni sversati nei campi sono una caratteristica del paesaggio italiano. E’ sufficiente un giro in bicicletta fuori porta per scoprire i nuovi tesori. Una macchina fotografica, una mascherina contro gli odori pestilenziali. Tutti possiamo diventare cercatori di monnezza.
Napoli non è sola. Napoli è ovunque ci sia un’amministrazione pubblica corrotta. Un partito che usa il voto di scambio per gonfiare le assunzioni nelle società di raccolta dei rifiuti. Ovunque sia presente un’azienda che paga dei criminali per buttare le scorie nei campi, mescolati con la terra fertile. Napoli è ovunque i cittadini si voltino dall’altra parte per paura, per indifferenza o per mancanza dello Stato. Ovunque ci sia un sindaco, un assessore, un parlamentare che si faccia eleggere grazie alle tangenti sui rifiuti o alla contiguità con le ecomafie.
La spazzatura è il simbolo della seconda Repubblica. L’ultimo e più lucroso business dei partiti. Il pozzo nero di San Patrizio delle concessionarie dello Stato, delle municipalizzate ripiene di funzionari di partito quotate in Borsa. I partiti sono la vera piovra. Si sono divorati il sistema industriale italiano. Gli rimane il business degli inceneritori e delle discariche.
Napoli è a Castellamonte, nel verde Canavese, con sindaci, dirigenti e impiegati dell’ASA, azienda per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, finiti sotto inchiesta o agli arresti domiciliari. La Procura li accusa di aver disperso e mescolato i rifiuti in terreni agricoli o stoccati in discariche abusive. Napoli è in Piemonte dove, prima dell’esito dell’inchiesta: “I sindaci sono schierati al fianco degli indagati” e: “I lavoratori sono solidali con i vertici”.
Napoli è in Lombardia, nelle discariche di Gorla Maggiore e di Olgiate. Nell’inchiesta Monnezza Connection. I rifiuti provenienti dal Sud invece di essere trattati erano mescolati con scarti industriali, tramutati nelle carte in rifiuti non pericolosi e spediti a Grottaglie in provincia di Taranto.
Napoli è nei cinquecentomila metri cubi di spazzatura in una discarica abusiva in Puglia che ha inquinato il fiume Cervaro.
Napoli è nel degrado del Parco dell’Etna dove, più che la natura, sono protette le discariche abusive, con un degrado spaventoso.
Basterebbero poche parole per cambiare tutto: “Raccolta differenziata” e “La spazzatura è una risorsa”. La peste è intorno a noi. Napoli può essere la tua terra, il tuo assessore, il tuo sindaco, il tuo partito. Un’epidemia trasmessa dall’indifferenza.

martedì 3 giugno 2008

VERSO LO SVILUPPO SOSTENIBILE


Nelle società moderne emerge il contrasto tra l’interesse della popolazione e degli ecologisti ad un ambiente pulito e gli interessi degli industriali alla produzione. Lo stato quale primo responsabile delle politiche ambientali dovrebbe mettere in atto misure che consentano uno sviluppo economico industriale ed energetico salvaguardando la salute dei cittadini.

L’articolo 32 della costituzione recita: “La repubblica tutela la salute come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti”. L’ articolo viene spesso disatteso dalle politiche energetiche, industriali e di smaltimento dei rifiuti.

Gli industriali dovrebbero adottate tutte le precauzioni atte a ridurre il forte impatto ambientale. La scelta di far sorgere le fabbriche ai margini di un fiume non è di fatto casuale ma è spesso dettata dal fatto che il fiume costituisce una facile via per lo smaltimento di sostanze chimiche pericolose.

Le istituzioni dovrebbero promuovere tecnologie pulite per la produzione di energia!

Spesso si parla di nucleare ignorando il fatto che il procedimento di fissione produce materiali residui ad elevata radioattività e che non esistono tecniche per lo smaltimento delle scorie.

Non bisogna inoltre sottovalutare che negli ultimi anni a partire dal disastro di Cernobyl avvenuto a seguito dell’esplosione del reattore nucleare in Ucraina nel 1986 si sono verificati 170 incidenti nucleari.

Di fatto la produzione di energia nucleare soddisfa per quanto diffusa contribuisce solo al 7% del fabbisogno mondiale di energia.

Non è esatto dire che il bilancio energetico del nucleare sia in effetti totalmente positivo nella produzione di energia, perché il processo completo, dall'estrazione del combustibile sino alla fissione, può consumare più energia di quella prodotta. La centrale elettronucleare in questo caso produce complessivamente meno energia rispetto all'energia consumata per permettere le attività di estrazione mineraria, la purificazione chimica e l'arricchimento isotopico.

L’alternativa si potrebbe concretare con lo sviluppo dell’eolico e del fotovoltaico. D’atra parte moderni impianti fotovoltaici consentono di ottenere molta più energia ed a prezzi vantaggiosi.

Si tratta di un tipo di fotovoltaico “concentrato” che utilizza dispositivi ottici robotizzati combinati con chip, dotato di una capacità di convogliamento della luce 1600 volte più efficiente dei sistemi tradizionali.

Risulta assai curioso come nei paesi scandinavi, dove il clima tende a remare contro, il fotovoltaico contribuisca a soddisfare il 14% del proprio fabbisogno mentre in Italia è una tecnologia poco utilizzata specialmente al sud.

Le politiche di smaltimento dei rifiuti tendono negli ultimi tempi in Italia a voler privilegiare gli inceneritori senza attuare una oculata politica di raccolta differenziata (in Sicilia non arriva al 5%).

Il problema delle emissioni non è da sottovalutare in quanto i fumi prodotti mettono a serio rischio la salute delle popolazioni limitrofe.

Studi epidemiologici basati su campioni di popolazione esposta molto vasti, evidenziano una correlazione tra patologie tumorali (sarcoma) e l’esposizione a diossine derivati da inceneritori e attività industriali. Un’analisi accurata evidenzia inequivocabilmente aumenti significativi di patologie tumorali nei residenti della zona da almeno 5 anni!

Uno studio effettuato in Giappone ha dimostrato una correlazione tra una serie di disturbi dei bambini e gli inceneritori!
Si sono inoltre rilevati aggregati di aumento di mortalità per linfoma di Hodgkin, tumore polmonare, sarcomi ai tessuti molli, tumori pediatrici e malformazioni neonatali.

Alcuni paesi europei come la Germania stanno attuando tecniche di smaltimento dei rifiuti sostenibili e gli inceneritori saranno destinati ad un processo di dismissione.

Uno sviluppo sostenibile si concretizza dunque nell’applicazione della raccolta differenziata porta a porta e nel trattamento meccanico biologico (TMB) con il vantaggio di ridurre drasticamente l’impatto ambientale e di creare manodopera e ricchezza.