giovedì 24 gennaio 2008

NO ALL'INCENERITORE A PALERMO


Si può ancora avere fiducia nei telegiornali, nei giornali, nei politici nelle istituzioni?!La disinformazione è lampante e i cittadini iniziano a capirlo!In televisione viene detto ciò che conviene dire!In tutti i programmi si sente parlare di termovalorizzatori; un termine considerato inopportuno dalla comunità europea e che come dice il Dr Montanari "arrogantemente continuiamo ad usare". I politici e gli industriali stanno sacrificando vite umane in nome del profitto!A Bellolampo (Palermo) stanno costruendo un inceneritore sovradimensionato il piu grande d'europa!
Ci sono molte comunità stanziate nei pressi dei terreni adiacenti e ci sono animali al pascolo!
Il terreno e sismico ed è molto permeabile.
Le falde acquifere che giacciono nei terreni sottostanti potrebbero essere intaccate dai rifiuti speciali che derivano dall'inceneritore!
Le nanopolveri che emettono gli inceneritori vengono inalate e nel giro di pochi secondi vengono immagazzinate dal nostro organismo e generano tumori e malattie gravi di vario tipo!
Bisogna lottare!

Andrea Manca

sabato 12 gennaio 2008

NO AL TERMOVALORIZZATORE A PALERMO (termovalorizzatori per morire)

NO ALL' INCENERITORE A PALERMO

Stanno costrunedo un Inceneritore sovradimensionato a Palermo!


Il termovalorizzatore è un impianto che brucia i rifiuti che nn riesce ad eliminare la diossina, tossica e cancerogena, presente nei fumi di scarico.

Studi sul particolato e sulle nanopolveri ne mettono seriamente in dubbio la compatibilità ambientale. E proprio per i dubbi sulla loro tossicità, i termovalorizzatori sono poco diffusi e molto osteggiati dalla popolazione, a nulla valgono le rassicurazioni sulle ultime aggiornate tecnologie, non spostano di una virgola i problemi insiti nel DNA dell’impianto, problemi senza soluzioni tecniche possibili.

E' storia di questi giorni il fatto che il Presidente Prodi avrebbe dato il via libera alla realizzazione in Sicilia di ben 4 mostri che produrranno veleni ed inquinamento.La Sicilia pattumiera del sud Italia. Un business a cui gli amici della (anti)politica non intendono rinunciare anche a costo di distruggere quel poco che resta dell'ambiente in Sicilia ed aumentare i rischi per la salute dei cittadini.

Quattro termovalorizzatori servono "non" per smaltire i rifiuti della Sicilia ma per "trattare" i rifiuti di mezza Italia, e siccome nelle altre regioni non si possono realizzare per l'opposizione dei rispettivi presidenti, in Sicilia, Cuffaro è invece favorevole. D'altra parte non c'è una vera ed efficace opposizione neanche fra i quei deputati che si richiamano impropriamente all'Autonomia, c'è invece, un governo regionale caparbiamente intenzionato a portare avanti questi progetti che tornano utili sono agli affaristi ed industriali che non spenderanno un soldo di proprio per costruire gli ecomostri.

Cosa resterà i siciliani se verranno realmente realizzati? Certamente l'aumento dei costi di smaltimento dei rifiuti, quindi l'aumento dei tumori per inquinamento di polveri sottili (PM10) e similari, distruzione ed inquinamento di vaste aree di territorio…senza dimenticare i rifiuti pericolosi , prodotti dai termovalorizzatori, che dovranno essere smaltiti.

Ma vogliamo riepilogare cosa significa termovalorizzatori:

  • I cittadini pagheranno per la produzione di energia elettrica prodotta dai rifiuti che finisce sulla rete nazionale e che l'azienda, grazie ai certificati verdi e al CIP 6, rivende al gestore (Enel) 14 centesimi di euro (279 lire) per KWh in luogo dei 4 (87 lire) centesimi pagati dall'Enel per l'energia prodotta con gas, etc. Dieci centesimi quindi sono a carico dello Stato!

  • Un impianto di 100 MW produce circa 600 GWh (600 milioni di Kw) con un ricavo netto di oltre 150 milioni l'anno per primi 8 anni di funzionamento con contributi statali.

  • Ricavi al netto dei contribuiti che la Regione andrà a pagare all'azienda per ogni tonnellata di rifiuti inviati all'inceneritore. Il costo medio rilevato per gli impianti in funzione è di circa 80 euro per tonnellata e poichè con ogni tonnellata si ricavano 640 kwh di energia (che equivalgono a 64 euro di contributo statale), smaltire una tonnellata di rifiuti con il termovalorizzatore costerà al contribuente 144 euro.


Un business ai danni dei contribuenti perchè i termovalorizzatori che bruciano rifiuti sono impianti costosi così come è costosa la loro gestione. La loro costruzione ed il loro mantenimento è a totale carico della comunità mentre i grandi gruppi industriali incamereranno utili senza spendere un solo euro.

Sono dannosissimi alla salute perchè altamente inquinanti, infatti emettono dosi massicce di diossina. La diossina (basti ricordare SEVESO) non si smaltisce.

I gas di conbustione dei rifiuti contengono anche altre sostanze chimiche molto pericolose, come furani (PCDFs), cloroformio, policlorobifenili (PCBs), esaclorobenzene (prodotto di degradazione dei PCBs), tetracloroetilene, formaldeide e fosgene e metalli come l’arsenico, il berillio, cadmio, cromo (tutte sostanze cancerogene), più altri metalli pesanti non cancerogeni.
Anche se gli impianti ci dicono sono forniti di filtri, questi non sono in grado di eliminarli tutti.

C'è poi il problema dello smaltimento dei residui di combustione (ceneri altmente contaminate) che l'inceneritore non elimina (circa 300 kg per tonnellata) e quindi la necessità di reperire discarica speciali per le ceneri residue......quindi ancora discariche, queste però sono pericolose per l'ambiente e per la salute.

Ed ancora. C'è il problema dell polveri sottili, particolato PM10, PM2.5 e PM0.1, che si formano in grandi quantità durante la combustione di impianti del genere. Un recente studio degli scienziati Gatti e Montanari, commissionato dall’Unione Europea, ha evidenziato l’estrema pericolosità del particolato PM0.1, nanoparticelle con diametro inferiore al decimillesimo di millimetro, che la normativa europea finora non aveva considerato rilevanti ai fini della valutazione dell'impatto ambientale degli impianti di emissione (turbogas e inceneritori innanzitutto). Con l’ausilio di un microscopio a scansione ambientale i due scienziati hanno invece dimostrato che non non esiste filtro in grado di abbattere il PM0.1.


Il particolato transita anche negli alimenti e non è smaltibile dal corpo umano, entrando nella cellula fino ad intaccare il filamento del Dna.
Un disastro ecologico e finanziario.


La risposta più semplice è che termovalorizzatori sono solo un business per pochi a danno della società civile.